La fobia specifica si riferisce a una paura irrazionale e intensa per un oggetto, una situazione specifica o un animale. La risposta di paura non si presenta soltanto in presenza dello stimolo fobico ma anche quando la persona si aspetta un contatto con lo stesso e quando è impossibilitata o ostacolata ad allontanarlo. Nello specifico parliamo di fobia specifica quando: Esistono fobie molto comuni e fobie decisamente meno frequenti, curiose e bizzarre, quali per esempio la selenofobia (paura della luna) o la eufobia (paura di ricevere buone notizie). E’ possibile raggruppare le fobie più comuni presenti nel nostro contesto sociale e culturale in: Esistono quindi molti stimoli fobici possibili ed è piuttosto frequente che chi soffre di fobia presenti fobie multiple (più oggetti fobici definiti). La fobia specifica (o semplice) è un disturbo comune nella popolazione ed è influenzato dalla cultura d’appartenenza, tuttavia, se la fobia non crea un disagio nella vita del soggetto, la persona che ne soffre può non arrivare mai all’attenzione clinica (per es. un uomo africano affetto da Criofobia- paura del ghiaccio,potrebbe non sentire mai necessità d’aiuto dato il suo contesto ambientale). Cos’è una fobia specifica? Quali i sintomi comuni per riconoscere una fobia?
Nel quotidiano chi soffre di fobia mostra un’attivazione fisiologica maggiore rispetto a chi non ha questo disturbo e sperimenta quindi maggior agitazione e nervosismo. L’intensa paura, il disgusto e la repulsione per lo stimolo fobico si traduce quasi inevitabilmente in comportamenti d’evitamento dello stimolo stesso, tanto da limitare la vita della persona con fobia specifica. Pur riconoscendo razionalmente l’assurdità della paura, chi soffre di fobia continua a sperimentare ansia e paura intensa e irrazionale per l’oggetto o la situazione fobica, con tachicardia, sudorazione, tremori, mancanza di respiro, vertigini e nausea. Le fobie specifiche solitamente hanno esordio nell’infanzia e alcune piuttosto comuni regrediscono con la crescita (pensiamo alla diffusa paura del buio nei bambini) tuttavia in alcuni casi permangono anche in età adulta e raramente regrediscono spontaneamente se non trattate. Molti adulti però non chiedono aiuto per risolvere questa difficoltà se non motivati e costretti dagli impedimenti e dall’estremo disagio che la fobia comporta (per esempio un professionista con la fobia di volare che per professione è costretto a spostamenti frequenti in aereo). È a questo punto che si apre la possibilità di una richiesta psicoterapeutica: la persona consapevole della sproporzione della sua paura rispetto al reale pericolo desidera liberarsi delle limitazioni che questa comporta, aumentando le possibilità d’azione nel quotidiano. Conseguenze della fobia specifica nel quotidiano
La terapia cognitiva- comportamentale per il trattamento delle fobie specifiche prevede principalmente l’impiego integrato di tecniche espositive, tecniche di rilassamento, tecniche cognitive e di desensibilizzazione sistematica. L’esposizione allo stimolo fobico, ad oggi è la modalità più efficace per risolvere la fobia specifica. Il percorso d’esposizione prevede una progressione espositiva allo stimolo con tempistiche e livelli di difficoltà percepiti crescenti che sono concordati in con il paziente. E’ possibile quindi l’avvicinamento espositivo allo stimolo fobico in vivo (ovvero a contatto nel reale per alcune ore con l’oggetto della paura) a partire dall’esposizione immaginativa (un lavoro strutturato in cui si chiede alla persona d’immaginare vividamente il contatto con la sua fobia) per poi passare alla vera e propria esposizione reale. A titolo esemplificativo, con una persona affetta da fobia specifica per i cani si potrebbe proporre inizialmente un’esposizione immaginativa di cui visualizzarsi ad accarezzare un cane, per poi passare all’osservazione di un cane da lontano e poi da vicino dal vivo, successivamente un ulteriore step potrebbe essere quello di accarezzare il cane e come ultimo gradino espositivo giocare con i cani all’interno di spazi attrezzati. Oppure, per una persona con fobia specifica per i ragni, il trattamento potrebbe iniziare migliorando la gestione dello stato emotivo (abbassamento dello stato ansioso attraverso tecniche di rilassamento), utile per poter proseguire alla riduzione dell’evitamento e alla successiva esposizione graduale allo stimolo fobico. Il percorso d’esposizione consiste nell’affrontare per gradi lo stimolo fobico: questa modalità d’intervento permette al soggetto di scoprirsi in grado di gestire la situazione e di regolare la paura. Le modalità d’avvicinamento all’oggetto della paura sono definite, controllate e personalizzate per ogni persona e insieme alla persona stessa. La terapia per la fobia specifica prevede, oltre alle tecniche espositive, l’insegnamento e l’impiego di tecniche di rilassamento utili a ridurre il livello d’attivazione fisiologica (agitazione e ansia) solitamente presente in questo disturbo. Se non vi sono altre problematiche psicologiche, la fobia specifica può essere trattata e risolta nell’arco di un breve ciclo di sedute psicoterapeutiche. Il trattamento cognitivo- comportamentale per la fobia specifica