Oggi l’Italia e molti paesi del mondo stanno vivendo l’emergenza sanitaria dell’epidemia del virus Covid-19.
La situazione è rapidamente peggiorata, tanto che il Governo ha dovuto emanare decreti restrittivi anche sulla libertà di movimento personale.
Ma cosa comporta la quarantena e la pandemia a livello psicologico?
L’iniziale diffondersi del Covid-19
Il rapido cambiamento di scenario del nostro quotidiano ha portato con sé incredulità,senso d’irrealtà, confusione e incertezza.
La maggior parte di noi non era preparato all’emergenza sanitaria che stiamo vivendo.
Difficile per la mente immaginare e prevedere quello che stiamo attraversando, al punto tale che, ancora oggi, alcuni continuano a non crederci.
Con il diffondersi l’epidemia del Corona virus (Covid-19) ci siamo trovati privati della libertà di muoverci, privati di buona parte della socializzazione, delle routine quotidiane, limitati nei contatti con famigliari e amici, confinati nelle nostre case.
A tutto questo si aggiungono difficoltà economiche, fatiche di gestione di bambini e ragazzi, problem ad adattarsi allo smart working, sovraccarichi di lavoro per alcune categorie e non ultimo, il passaggio da un tempo pieno d’impegni e attività allo svuotamento delle nostre giornate e certezze.
Tutto questo può essere di difficile riconoscimento e accettazione , ma sta avvenendo: rendersene conto ed esserne consapevoli è la prima cosa da fare per tutelarci e tutelare gli altri e il bene comune.
Riconoscere lo scenario per quello che è ci aiuta a non cadere nel panico collettivo o a negare il problema, continuando a comportarsi come se niente fosse.
Le due strade “mentali” dannose
- Il panico collettivo ci getta in un inferno d’angoscia quotidiano ed eccoci a correre a svuotare gli scaffali del supermercato, a controllare ossessivamente ogni notizia, a provarci la temperatura un’ora si e l’altra pure…
- La negazione del problema può portare a comportamenti pericolosi, quali non rispettare le direttive date dal Governo, sottovalutare il pericolo e mettere se stessi e gli altri in condizioni di rischio ed eccoci passeggiare non curanti della situazione per le strade, ad ammassarci nei parchi, a cercare di farla in barba alle forze dell’ordine che stanno tentando di proteggerci…
Consapevolezza
è la parola d’ordine per gestire al meglio lo stato di quarantena e affrontare la situazione d’emergenza
Le emozioni comuni in quarantena
Prenderci cura della nostra salute, non significa solo rispettare i comportamenti di tutela la salute fisica.
È anche necessario riconoscere i bisogni psicologici e gli stati emotivi che viviamo in questa situazione d’emergenza sanitaria.
Lo stato di necessità ci vede costretti ad affrontare la perdita di molte cose che davano senso, piacere e riempivano le nostre giornate, ed ecco affiorare un po’ di cattivo umore, di dispiacere, tristezza.
Questo stato emotivo è rafforzato anche dalla privazione di due importanti bisogni essenziali per l’uomo: la libertà e il contatto sociale.
Un’altra emozione rilevante è l’ansia, la preoccupazione, che può presentarsi con vari livelli d’intensità, a secondo della nostra realtà specifica e delle competenze emotive pregresse.
Ad esempio, le persone particolarmente ansiose già prima della pandemia, vivranno con più facilità un’ansia più intensa in questo periodo.
Inoltre, nella condizione di ritiro sociale possiamo sentire la mancanza dei famigliari, degli amici, delle persone a noi care con vissuti di nostalgia e malinconia.
Ancora il senso d’impotenza, dato dall’impossibilità di controllare la situazione, di sapere con certezza quando finirà e quando sarà quindi possibile riprendere le normali attività della vita quotidiana.
Ultimo ma non ultimo, possiamo incontrate stati d’irritazione e di noia, un senso d’irrequietezza e fastidio.
Forse può sembrare scontato dirlo ma la pandemia del Covid-19 non è certo un evento che può essere letto dalla mente come desiderato, per cui riassumendo è normale sentire una vasta gamma di emozioni che solitamente mettiamo sotto l’etichetta “emozioni spiacevoli”.
Umanità
Nella situazione che stiamo vivendo è umano sentire un po’ di tristezza e dispiacere, preoccupazione e apprensione, irritazione e noia.
Se questi stati emotivi sono passeggeri e transitori non abbiamo nulla di cui preoccuparci, stiamo reagendo emotivamente nel miglior modo possibile e in linea con la realtà della crisi sanitaria.
Le condizioni emotive e psicologiche a cui prestare attenzione
Un’inadeguata gestione emotiva più portare a comportamenti pericolosi in questa situazione, sia in termini di salute fisica che mentale, aggravando il disagio, le difficoltà e i problemi.
Alcune persone stanno vivendo non solo un’emergenza sanitaria ma anche delle vere e proprie emergenze psicologiche.
Presta particolare attenzione se passi la maggior parte del tuo tempo provando:
- Frequenti o costanti stati di panico, terrore e paura eccessiva: la percezione della minaccia e del pericolo si diffonde nella tua mente e ti accompagna per ore, continui a pensare e ripensare alla situazione e a scenari catastrofici, ti risvegli di notte, hai attacchi di panico.
- Stati di paranoia: il pensiero paranoico è quello che porta l’individuo alla ricerca di un nemico esterno in quanto il malessere interiore non gestito viene “spostato” all’esterno. Presta quindi attenzione se la tua mente è invasa da idee di complotto e da interpretazione dei fatti non basate sul senso di realtà e dai dati reali.
- Depressione e angoscia: il senso di solitudine e vuoto può prendere il sopravvento e l’isolamento può generare e aggravare gli stati depressivi. Se passi molto tempo piangendo, fai fatica a alzarti dal letto, non ti lavi e ti trascini per casa sentendoti senza speranza potresti star vivendo questo problema.
- Rabbia intensa e frustrazione: l’essere umano ha bisogno di sentirsi efficace ed in grado di far fronte alle situazioni. Venendo meno questo bisogno, alcune persone possono sentire un totale senso d’impotenza e perdita di controllo che suscita sentimenti di rabbia.
Chiedi aiuto
Nelle situazioni più gravi è utile chiedere aiuto psicologico e rivolgersi a uno psicoterapeuta per non aggravare la condizione clinica, nelle altre possiamo introdurre il prima possibile cambiamenti immediati nella gestione del quotidiano